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Lo sbarco in quota può essere fatto attraverso vari strumenti che permettono l’accesso in piena sicurezza.

In questo testo proviamo a capire se si può sbarcare in quota con piattaforme aeree o cestelli identificati col termine PLE.

Le PLE si dividono in due categorie:

  • Gruppo A: le piattaforme di lavoro mobili elevabili nelle quali la proiezione verticale del baricentro del carico è sempre all’interno delle linee di ribaltamento.
  • Gruppo B: le piattaforme di lavoro mobili elevabili nelle quali la proiezione verticale del baricentro del carico può essere all’esterno delle linee di ribaltamento.

Questi apprestamenti, quando utilizzati, possono essere fonte di infortuni, anche gravi, originati da una carenza di attenzione e rispetto delle procedure previste per il loro utilizzo.

Tre esempi sono: assenza di DPI specifici durante l’uso, utilizzo al di fuori del baricentro previsto dal costruttore e uscita dalle PLE per accedere in quota.

Quindi, l’accesso in quota, utilizzando la PLE tramite l’uscita dal cestello, ci si può chiedere se questa procedura sia o meno consentita; la risposta immediata è generalmente no visto che la PLE è un posto di lavoro adibito come tale a garantire il posizionamento in quota degli operatori ma non l’accesso, a differenza di altre attrezzature.

Ma i documenti pubblicati (anche le linee guida internazionali) prevedono l’utilizzo di PLE per lo sbarco in quota solo in specifici casi e quando, a seguito di una rigorosa valutazione dei rischi, risulta che questo è il mezzo più sicuro e più efficace di accesso a un luogo di lavoro in quota tenendo conto della disponibilità, sia in loco che sul mercato, di altri mezzi di accesso.

Ma quando, invece, è già previsto un accesso lo sbarco in quota con PLE non è consentito.

Esistono comunque delle speciali piattaforme di lavoro mobile elevabile costruite con la possibilità di sbarcare in sicurezza in quota

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